Conservativa

La conservativa è una branca dell’odontoiatria restaurativa che si occupa della cura dei denti cariati, delle procedure per l’eliminazione della carie e di quelle relative alla chiusura delle cavità risultanti dall’eliminazione del tessuto cariato.

La conservativa ha il fine, dunque, di conservare i denti altrimenti distrutti dalla carie, preservando l’elemento dentario e cercando di mantenere la sua vitalità pulpare intatta.

La terapia conservativa in generale si occupa, e risolve i problemi, dei denti con:

  • Carie
  • Fratture
  • Difetti di forma
  • Diastemi (spazi antiestetici tra denti)
  • Difetti di colore non risolvibili solo con la tecnica dello sbiancamento

Il principale problema che la conservativa tratta è dunque la carie.

Le carie possono essere superficiali o profonde. Nel primo caso ci si limita ad asportare parte della dentina e dello smalto interessati dalla carie, otturando il dente con appositi materiali (amalgama d’argento o compositi). L’uso delle amalgame d’argento è stato sostituito ormai dai materiali compositi che per le loro caratteristiche adesive permettono una preparazione della cavità meno ampia rispetto all’uso dell’amalgama che richiedeva cavità dalle caratteristiche particolari perché fossero ritentive. Nelle carie profonde vi può essere un interessamento della polpa del dente, contenente anche le fibre nervose, e allora si ricorre alla cura canalare detta anche devitalizzazione.

La carie è una malattia ad eziologia batterica, che distrugge progressivamente i tessuti duri del dente, attraverso una dissoluzione dello smalto in un microambiente acido (placca batterica) formando una cavità. La placca batterica aderente alla superficie dei denti attacca gli zuccheri dell’alimentazione, fermentandoli e producendo acidi con notevole attività cariogena.
La carie può essere causa di: alitosi, infezioni, malocclusione dentaria (errata masticazione), cattiva digestione, infiammazioni, dolore.

Pertanto, è molto importante la prevenzione attraverso un corretto uso dello spazzolino da denti e di un dentifricio, dopo i pasti principali (entro 20 minuti) ed assolutamente prima di andare a dormire la sera. L’eliminazione accurata e veloce dei deposti alimentari è fondamentale per combattere la formazione di placca batterica.

Lo spazzolino va cambiato ogni tre mesi circa o comunque quando le setole hanno perso la loro forma originale.

In modo indolore, con l’utilizzo di anestetici locali o protossido d’azoto (mettere approfondimento) si possono curare tali carie al loro esordio, evitando problemi endodontici e dentali più gravi.

La conservativa può essere diretta o indiretta; entrambe hanno lo stesso fine ma vengono attuate con diverse modalità.

La conservativa diretta comprende tutte quelle metodiche che il dentista usa direttamente, senza l’ausilio di manufatti costruiti dall’odontotecnico, per curare denti cariati o per restaurare denti che presentano difetti di forma o di colore derivanti da cause diverse.

I denti con lesioni cariose, i denti fratturati, i denti con difetti morfologici congeniti dovuti all’alterata formazione del dente stesso e con problemi legati al colore (discromie) possono essere quindi molto spesso trattati mediante le tecniche della conservativa diretta e quasi sempre nel corso di una sola seduta.

L’odontoiatria conservativa è cambiata molto nel corso degli anni.

Non solo i materiali utilizzati ed i colori (ormai sovrapponibili a quelli degli elementi dentari naturali), ma anche l’approccio è cambiato.

Si è passati, infatti, da un approccio invasivo, in cui si reputava che maggiore fosse l’estensione del restauro, e dunque maggiore fosse il tessuto dentale sacrificato, maggiore fosse la prevenzione da eventuali recidive, ad un approccio minimamente invasivo, che prevede la rimozione del solo tessuto cariato e la sua sostituzione con un materiale da restauro, che viene legato direttamente al tessuto sano.

I materiali hanno visto, invece, l’abbandono delle amalgame d’argento a favore dei compositi, portando quindi a procedure meno invasive e meno estese. Le amalgame infatti, richiedevano preparazioni dentarie molto ritentive.
La conservativa quindi si occupa di restaurare i denti dai danni provocati dalla carie o da altri fattori cercando di rispettare (conservare) il più possibile i tessuti residui del dente.
In alcuni casi il danno presente è così esteso che è necessario costruire in laboratorio la parte di dente mancante (restauri indiretti, “intarsi” o “corone”) per poi cementarlo successivamente in bocca.